San Francesco d'Assisi
Francesco (al batt. Giovanni) nasce nel 1182, probabilmente il 24 giugno, da Pietro di Bernardone e da Giovanna “Pica”, ambedue assisani, dediti al commercio delle stoffe.
Il giovane Francesco fa proprie le aspirazioni dei mercanti in via di emancipazione sociale. Essendo di famiglia benestante, egli diventa protagonista nelle feste dei suoi coetanei.
Sperando gloria militare e maggiore ricchezza, nel 1202 partecipa come cavaliere alla guerra di Assisi contro Perugia. Ma gli assisani sono sconfitti e Francesco viene gettato in prigione per un lungo anno. La delusione è immensa! Alla fame si aggiunge il freddo delle prigioni perugine e la salute ne risente in modo grave.
Riscattato dal padre, Francesco ritorna a casa, profondamente umiliato davanti ai suoi concittadini. Tutti i sogni giovanili e i progetti terreni sono andati in frantumi.
Ma presto si riaffacciano con insistenza le vecchie ambizioni di gloria e di ricchezza. L’occasione propizia capita nella primavera del 1205. A Spoleto vengono reclutati cavalieri per nuove imprese militari. Francesco accorre per realizzare le aspirazioni naufragate. Ma tutto si risolve in una nuova cocente delusione. Che fare? Il giovane cavaliere si trova disorientato.
Ma dietro alle quinte opera un regista invisibile e paziente, qual è il Signore, capace di sorprese. Egli entra delicatamente nella vita del giovane Francesco, in cerca di luce, facendogli intravvedere progetti nuovi e coinvolgenti.
Siamo nell’autunno del 1205. L’esperienza con i poveri a Roma, l’abbraccio del lebbroso presso Rivotorto, l’ispirazione davanti al Crocifisso di San Damiano sono tappe psicologiche e spirituali di un cambiamento radicale.
La famiglia non riesce a comprendere il comportamento di Francesco. Il contrasto è insolubile, perché il giovane deve scegliere tra il padre terreno e il Padre dei cieli. Verso la fine di marzo del 1206, davanti al vescovo Guido I, egli rinunzia a tutti i beni e ai progetti della sua famiglia.
Si allontana da Assisi e si ritira a Gubbio, dove serve i lebbrosi (1206-1207). Ritorna ad Assisi e restaura tre piccole chiese (1207-1208).
L’itinerario di conversione, sofferto e tenace, si conclude nella primavera del 1208, il 16 aprile, quando la luce del Vangelo indica con chiarezza il progetto di Dio sulla sua vita e suoi seguaci, la loro missione nella chiesa e nella società.
Francesco e compagni si ispirano alla comunità apostolica, di Gesù con gli apostoli. I poveri e i lebbrosi sono i loro privilegiati. Tutte le creature, portatrici di perfezioni del Creatore, sono fratelli e sorelle nello stesso Padre.
All’inizio di maggio del 1209 il papa Innocenzo III approva il progetto di sequela e di apostolato che Francesco aveva fatto scrivere «con poche parole e semplicità» attingendo direttamente al Vangelo. Autorizzati a predicare la penitenza e la pace, i “Penitenti di Assisi” partono «dirigendosi alla evangelizzazione del mondo» (Tre C., 53: FF 1462).
La loro forte testimonianza di vita e la predicazione itinerante attraggono numerosi fedeli, disposti a migliorare la loro condotta cristiana. Prende vita il «movimento penitenziale francescano», che favorisce il risveglio religioso del popolo e diventa la matrice dei tre Ordini francescani: frati Minori (Conventuali, Osservanti, Cappuccini), Terzo ordine per uomini e donne, monache Clarisse per donne consacrate (Santa Chiara di Assisi, 1195-1253).
Il Terzo Ordine Francescano (TOF) si sviluppa in due direzioni parallele: il Terzo Ordine Secolare (TOS), dal 1978 detto anche Ordine Francescano Secolare (OFS); il Terzo Ordine Regolare (TOR), per frati e tante suore (ognuno con sigla propria).
Nel 1219 Francesco si reca in Terrasanta e incontra il Sultano in Egitto, esortandolo alla conversione. Nel mese di maggio del 1220 Francesco rientra frettolosamente in Italia, dove prende atto di un profondo cambiamento di mentalità e di forti divergenze tra i frati. Nel capitolo generale, il 29 settembre, Francesco lascia la direzione dell’Ordine. Non si sente più all’altezza della situazione! Rimane animatore emerito, simbolo del carisma fondazionale, ora stretto nelle maglie dell’istituzione. Continua la sua itineranza di evangelizzazione con fede e umiltà.
Nel mese di agosto del 1224 Francesco si ritira sul monde della Verna per la quaresima in onore di S. Michele arcangelo, vivendo nella preghiera, nel digiuno e nella contemplazione. Qui, probabilmente il 14 settembre, riceve le stimmate di Cristo crocifisso, “con chiodi in altorilievo”, come scrive S. Bonaventura (LM 13,3: FF 1226). Ad Assisi, nel 1225, detta il Cantico delle creature.
La sera del 3 ottobre 1226 Francesco muore presso la Porziuncola, disfatto dalle malattie e consumato dall’amore. Egli ha l’età di 44 anni e 3 mesi; sono trascorsi 20 anni e 6 mesi dalla conversione (fine marzo 1206). Sorella morte corporale lo introduce nella gloria. «Egli aveva riempito la terra del Vangelo di Cristo», scrive il biografo (1Cel 97: 488).
Viene canonizzato in Assisi (Chiesa di S. Giorgio) da Gregorio IX il 16 luglio 1228. Il giorno dopo il papa pone la prima pietra per la grandiosa basilica.
San Francesco di Assisi appare uomo privilegiato della misericordia di Dio e nel contempo fortemente ancorato nella realtà esistenziale. La sua testimonianza evangelica è sempre attuale e riscuote simpatia universale. La sua figura carismatica rimane messaggio e progetto. Si respira aria di primavera intorno al Poverello di Assisi, uomo nuovo chiamato dal Signore per additare ai popoli la via di Cristo. Con lui e con i numerosi seguaci della Famiglia francescana il Vangelo diventa forza viva e novatrice nella società umana, tanto bisognosa di amore e di pace.